Più di una volta abbiamo sottolineato l’importanza di una corretta ed equilibrata concimazione. Il buon terreno è sempre la base da cui partire; senza questo, il rischio è portare la pianta a una stress da eccessiva somministrazione di macroelementi.. E’ convinzione purtroppo diffusa che, per cercare di salvare una pianta sofferente sia necessario concimare il terreno! Tuttavia, non sempre i problemi delle piante nascono da una carenza di macroelementi (N: Azoto, P: Fosforo, K: Potassio). Non ci stancheremo mai di ripetervi che, comprendere lo stato di salute di una pianta, non è sempre cosa semplice, anche per un esperto. Anzi, l’esperto è proprio colui che si pone una serie di dubbi prima di operare. Al contrario, quale sarebbe la prima reazione che un giardiniere poco avveduto avrebbe di fronte ad un attacco fungino sul rododendro preferito dalla sua cliente? Correbbe al più vicino garden center per comprare un antricrittogamico e tratterebbe la pianta. Inoltre potrebbe anche decidere di concimare il terreno, perchè il suo collega (altrettanto sprovveduto) gli ha suggerito che, così facendo, tutte le piante ammalate si riprendono. Soddisfatto dell’ “impresa”, dormirebbe sonni tranquilli! Cosa succede solitamente , operando in modo così dissenato? Il fungo, nell’immediato scompare per ripresentarsi l’anno dopo, più puntuale di un orologio svizzero. Inoltre la pianta inizia “inspiegabilmente” ad avvizzire e a deperire. Cosa fare? Forse non era/è il caso di chiedersi se ci sono dei fattori che hanno favorito l’insorgenza del fungo? Magari, l’esemplare di rododendro è stato piantato in una zona soggetta a ristagno idrico.. La pianta era, quindi, già di per sè sofferente perchè soggetta al fenomeno dell’asfissia radicale (terreni pregni d’acqua non fanno circolare l’ossigeno..). I giardinieri esperti sanno che le specie vegetali sofferenti, sono molto più esposte agli attacchi dei parassiti. Inoltre, luoghi umidi sono l’habitat più adatto per funghi e muffe.. Se a questo aggiungiamo una concimazione casuale, non operata a calendario secondo scadenze precise, si può facilmente intuire perchè il rododendro sia peggiorato ( e non migliorato) dopo i “trattamenti”! A questo punto al giardiniere “sprovveduto” non resta altro che cambiare pianta. D’altra parte, si tenga conto che, una concimazione equilibrata è fondamentale per ottenere essenze vigorose, perchè in terreni poveri di macroelementi, sono poche le piante che riescono a crescere e a svilupparsi correttamente.
Ora, per i bonsai, la questione si complica ulteriormente, dato che abbiamo a che fare con esemplari, solitamente , preziosi e delicati. Di conseguenza, ancora di più che per le altre piante, i bonsai necessitano di una concimazione mirata. Quindi dovremmo affidarci a prodotti efficaci. Recentemente vi abbiamo parlato del concime universale per bonsai della Saratoga. Oggi, vi presentiamo il Concime Liquido per Bonsai della Fiorand, una soluzione di concime minerale composto fluido ricco di macroelementi. Infatti ha NPK 7-7-7+B+Cu+Zn con un titolo (N:P:K=1). Cosa vuol dire? L’Azoto compone il 7 % del prodotto, così come il Fosforo e il Potassio. Dato che sono presenti nella stessa identica quantità , allora abbiamo (N:P:K=1). Inoltre, troviamo nel prodotto, tracce di Boro (B), Rame (Cu) e Zinco (Zn) altrettanto importanti per le piante, anche se servono in minor misura rispetto ai macroelementi. Con quali dosi si usa il Concime Liquido Fiorand per Bonsai? Come scritto sulla confezione, si diluiscono 5-10 ml di prodotto in 1 litro d’acqua. Il tappo della confezione può fare da misurino. Indicativamente 1 tappo ogni 2 litri d’acqua. Utilizzate il prodotto, durante il periodo di rigoglio vegetativo, ogni 15 giorni. Durante il periodo di riposo vegetativo, le concimazioni vanno contenute ad 1 volta al mese o, addirittura, 1 volta ogni 2 mesi; dipende dalla specie. Il Concime Liquido per Bonsai della Fiorand è venduto on-line da Zr-Giardinaggio.