“A volte basta una parola per cambiare completamente prospettiva ed entrare in un mondo nuovo. Come è accaduto quando, di fronte al vecchio ma glorioso videogame Space invaders, mi è venuta l’idea di aggiungere l’aggettivo “green”. E così, in un attimo, sono passato dagli anni ’80 alla strettissima attualità: in questa rivisitazione green del celebre arcade, infatti, gli invasori non sono gli alieni, ma gli scellerati edifici della cementificazione selvaggia; e a sparare non è un cannone, ma un albero, protetto da un muro di siepi. E’ la potenza creativa e rinfrescante del pensiero divergente: che trasforma un obsoleto gioco sparatutto in un accattivante strumento educativo contro il consumo di suolo. Green space invaders. Un progetto di infotainment indirizzato alle scuole, capace di parlare ai giovani coniugando due discipline fondamentali, al giorno d’oggi: la programmazione informatica, che serve a modificare il gioco originale e l’educazione ambientale, che illustra la drammatica realtà del consumo di suolo nel nostro paese e la necessità di proteggere il paesaggio dalla cementificazione. Il progetto, in virtù delle sue innegabili potenzialità, ha ottenuto l’immediato sostegno scientifico di alcuni autorevoli enti, come Ispra ambiente (che, oltre ai dati aggiornati sul consumo di suolo, fornirebbe risalto mediatico e patrocinio) e Salviamo paesaggio (che si occuperebbe dell’aspetto didattico, organizzando conferenze e progetti con le scuole). Determinante, infine, l’adesione del Make in BO, il fab lab di Bologna che ha messo a disposizione le sue competenze per l’elemento fondamentale del progetto: la realizzazione materiale del videogame.
Green Space Invaders, l’avrete capito, non è un’operazione commerciale: ma quello che manca per raggiungere l’obiettivo finale (realizzare un’app scaricabile gratuitamente su tutte le piattaforme mobile) sono proprio i soldi. Un piccolo budget che ci permetta di pagare le spese organizzative e, soprattutto, lo sviluppo dell’applicazione. Facciamo quindi appello ad imprenditori, fondazioni e a chiunque altro voglia aiutarci e contribuire al successo del progetto, legando il proprio nome ad un’idea innovativa e di alto valore educativo-culturale.”
< Carlo Mantovani, giorn-artista e ideatore del progetto >