Tra le specie vegetali che consideriamo autoctone da decine di secoli nella nostra penisola, figura il ciliegio selvatico (prunus avium), anche detto ciliegio degli uccelli, o ciliegio selvaggio.
Il filosofo romanico della Naturalis Historia, Plinio il Vecchio, racconta che la presenza del ciliegio selvatico in Italia risale al 74 avanti Cristo per opera di un console dell’imperatore Vespasiano, il quale portò questa splendida pianta nelle nostre terre niente di meno che dal Caucaso.
Il ciliegio selvatico è distribuito uniformemente in tutta Europa, compresa quella del nord, nel nord ovest dell’Africa, nell’Asia dell’ovest, nelle Isole Britanniche, fino ad arrivare in Polonia, Ucrania, oltre che nella terra originaria, il Caucaso. Troviamo anche una piccola diffusione del ciliegio selvatico addirittura ad ovest dell’Himalaya.
Il ciliegio selvatico, antenato del ciliegio dolce coltivato, costituisce tutt’ora la principale fonte sulla produzione ed il commercio mondiale delle ciliegie. Spesso coltivato come albero da fiore e molto utilizzato nei parchi, il ciliegio è caratterizzato da una candida e foltissima fioritura. Sbocciando nel mese di marzo, scandisce nell’immaginario comune il principio della primavera.
E’ un’essenza resistente, appartenente alla famiglia delle rosacee, che si presta molto bene alla coltivazione in forma di bonsai e che bene sopporta le potature tipiche di questa tecnica. Dona grande soddisfazione in questa forma, proprio per la sua abbondante produzione di rami e fiori che nel periodo pre-primaverile ricoprono spesso interamente la pianta.
Il legno del ciliegio, molto pregiato, di colore marrone-rossastro, viene utilizzato per la realizzazione di mobili e per strumenti musicali. La sua resina, dal profumo intenso e fruttifero è utilizzata come aromatizzante alimentare. Nel campo farmaceutico, viste le proprietà astringenti, antitossiche e diuretiche è utilizzato il succo dei suoi frutti.
Le malattie che colpiscono questa pianta, piuttosto resistente di per sè, consistono in alcune specie di funghi patogeni quali la moniliosi, il corineo e il mal del piombo parassitario. Il ciliegio può essere soggetto a marciumi radicali causati da Armillariella mellea e Rosellinia necatrix. Altri fattori dannosi sono gli insetti parassiti (come l’afide nero del ciliegio) e varie specie di cocciniglia.