I fertilizzanti organici di origine vegetale

Il compost è senza dubbio, il fertilizzante organico vegetale più noto. Pur avendone già parlato nel precedente articolo di Guide Verdi, non pensiate che l’argomento sia chiuso. Aspettatevi un numero in cui approfondiremo le tecniche per ottenere un compost degno di questo nome! Oltre al compost esistono, tuttavia, altri importanti fertilizzanti vegetali. Di seguito troverete un elenco dei più diffusi.
- Panello di ricino. Deriva dall’olio di ricino. La ricina può risultare fitotossica; per evitare la bruciatura delle radici, rispettate sempre i dosaggi consigliati dal vostro garden center di fiducia! Il pannello di ricino viene impiegato anche come geodisinfestante, eliminando tutti gli organismi pericolosi o comunque non desiderati che potrebbero trovarsi nel terreno (insetti terricoli, nematodi, funghi parassiti, malerbe,etc). Composizione: 75-80% sostanza organica, 6-7% azoto, 11% acqua.
- Sottoprodotti agroindustriali. Derivano dalla lavorazione dell’uva e delle olive. Il più delle volte, sono venduti sotto forma granulare; in questo caso si utilizzano per la concimazione di fondo. Composizione: sostanza organica superiore all’ 80%, pH neutro, umidità inferiore al 30%.
- Substrati fungini. Provengono dagli scarti fungini utilizzati per la produzione di antibiotici. Il prodotto si presenta essiccato ed una sola controindicazione: il costo piuttosto elevato. Composizione: 70% sostanza organica, 4% acqua, 7% azoto, ricca dotazione di fosforo, potassio e microelementi, pH 5-6.
- Sottoprodotti della fabbricazione di lieviti. Liquidi o granulari, sono stimolatori dell’attività microbica del suolo. Vengono utilizzati durante le lavorazioni invernali del terreno. Composizione: 60% sostanza organica, 4% azoto, 8% potassio, microelementi vari, carenza di fosforo, pH neutro.
- Melassa di bietola (borlanda fluida). Disponibile in forma liquida o granulare, deriva dagli scarti di lavorazione della barbabietola. Si utilizza come concime d’impianto oppure come fertirrigante diluito in 50% d’acqua. Composizione: 60% sostanza organica, 3% azoto, 11% potassio, microelementi abbondanti, pH leggermente acido, carenza di fosforo. L’alto tenore di potassio aumenta la resistenza delle piante ai freddi gelidi.
- Alghe marine. Si utilizzano soprattutto le alghe brune delle coste europee che si affacciano sull’Atlantico. Assorbendo per osmosi elementi minerali presenti nei mari, le alghe assumono una funzione rimineralizzante sui suoli e sui tessuti delle piante. Si acquistano in polveri solubili in acqua. Composizione: macro e microelementi, ormoni vegetali che stimolano la crescita delle diverse componenti vegetali (apparato radicale, chioma, fiori e frutti).
- Litotamnio. Il prodotto si ottiene dalla macinazione di un’alga corallina proveniente dai mari della Bretagna (Francia del Nord). In modo del tutto analogo alle altre alghe, il litotamnio viene impiegato sulle colture come biostimolante. Viene somministrato attraverso la fertirrigazione. Se associato allo zolfo e/o betonite, diventa un nuovo prodotto; il NAB. Questi è, al contempo, un fertilizzante e un antiparassitario (funghi e insetti dannosi) e determina un effetto indurente sui tessuti vegetali. Composizione: 4% sostanza organica, altri macroelementi e microelementi presenti, numerosi ormoni crescita.
- Leonardite. E’ un composto fossile proveniente dal Nord America, formatosi grazie a fenomeni di umificazione naturale riguardanti estese foreste. Il processo che porta alla formazione della leonardite dura centinaia di milioni di anni. Il prodotto può essere somministrato allo stato puro, oppure in associazione alle alghe brune. Composizione: presenza massiccia di acidi humici. Riesce a stimolare/migliorare diversi fattori; attività microbica del terreno, la capacità di assorbimento delle radici, le caratteristiche fisico-chimiche del terreno. Da questo punto di vista, la leonardite viene considerata un ammendante.
- Macerati di piante spontanee ed officinali. Vengono macerate soprattutto le seguenti essenze; ortica, rosmarino, leguminose (Robinia pseudoacacia, Ginestra, etc), sambuco, felci, rovi. Tutti questi macerati producono un effetto biostimolante sulle piante, favorendone la resistenza alle avversità climatiche e agli attacchi patogeni. Possono essere somministrati sia per via fogliare, sia per via radicale.