piante grasse e succulente

Le  piante  grasse  sono molto  amate  e utilizzate  soprattutto  per la loro facilità,  versatilità  e adattabilità. Anche  i meno esperti  possono  trarre  grandi  soddisfazioni  da queste  strane  piante dall’aspetto così esotico ed anomalo. Di solito quando si parla di piante grasse s’intendono tutte quelle piante dall’aspetto succulento (ossia che accumulano liquidi nei loro tessuti) e spinoso, ma questo  è  un  errore. Sono  piante  affascinanti  e  misteriose  di  cui  ancora  oggi  non  è  ben  chiara l’origine in quanto non ne sono mai stati ritrovate testimonianze fossili e ancora oggi si continuano a  scoprire  nuove  specie.  Dal  punto  di  vista  botanico,  le  succulente  appartengono  a  diverse famiglie  botaniche.  Le  più  conosciute  sono:  Cactaceae,  Euphorbiaceae,  Crassulaceae,  Liliaceae, Aizoaceae, Araliaceae, Asteraceae, Aloaceae e Asclepiadaceae. Le famiglie di piante succulente sono  circa  una  ventina,  i  generi  centinaia  e  specie  e  sottospecie  migliaia. Esistono numerosi ibridi ottenuti dai coltivatori e appasionati per caso, od a seguito di incroci ed ibridazioni. La maggior parte delle piante succulente hanno origine e sono endemiche delle zone comprese tra il 30° di latitudine nord e 30° di latitudine sud (ad esempio il sud italia si trova al 40° di latitudine Nord) questa fascia è caratterizzata da zone principalmente a clima arido secco, o scarsamente piovoso, o umido e nebbioso. La loro carratteristica principale e accomunante è quella di assorbire acqua e umidità durante i periodi piovosi, immagazzinandola all’interno dei tessuti, in modo da resistere a lunghi periodi di siccità. L’aspetto  delle  succulente  varia  moltissimo,  ce  ne  sono  di  tutti  i  tipi  e  per  tutti  i  gusti:  tonde, cilindriche,  con  o  senza  foglie, dalle  foggie  più  strane,  spinose,  pelose,  sempreverdi…
Il primo approccio, solitamente con queste piante, avviene tra le bancarelle, al supermercato, nei centri commerciali o garden e subito si è attratti dall’aspetto curioso e dalla loro fama di piante per tutti senza esigenze. A fini commerciali, queste piante vengono spesso deturpate con fiorellini finti infilzati, occhi e mani, o chiuse in claustrofobici contenitori di vetro, senza minimamente considerare che  sono  innanzitutto  degli  esseri  viventi, con  specifiche  esigenze  colturali.  Queste  sono esattamente le piante grasse che NON bisogna comprare perchè destinate a morte certa. Inoltre è bene ricordare che un cactus non è un soprammobile da tenere in casa a far polvere, ma una pianta che ha bisogno di luce e acqua. Sono  piante  di  poche  pretese,  dalle  esigenze  colturali  semplici  da  seguire.  Innanzitutto  è  bene ricordare  che  in  tutte  quelle  zone  dove  la  temperatura  invernale  scende  al  di  sotto  dei  10°,  la pianta  non  sopravvive  all’esterno,  quindi  va ritirata  in  casa  in  una  posizione  ben  luminosa,  ad esempio vicino ad una finestra, possibilmente non attaccata ad un termosifone od a qualsiasi fonte di  calore.  L’inverno,  come  per  molte  altre  piante,  è  il  periodo  di  riposo  vegetativo.  In  questo periodo  di “dormienza”  non  è  necessario  bagnare  la  pianta, ma solo  quando  si  vede  che  tende  a “sgonfiarsi”; ciò non vuol dire lasciare i cactus a “mummificarsi”. Durante la stagione calda, se si ha la possibilità, si può collocare la pianta all’esterno, abituandola gradualmente al sole diretto, in modo da evitare scottature, e s’inaffierà con regolarità ogni volta che il terreno sia asciutto. Un consiglio utilissimo, per capire se il terreno sia davvero asciutto o meno: non fidatevi dell’aspetto della superficie del substrato, affondate invece un dito nel terreno in profondità, verificando così che anche il terriccio all’interno del vaso sia asciutto, ed inffaffiate solo in questo caso… Questo vale per molte altre piante, controllare  solo  a  occhio  l’umidità  del  terreno  significa  rischiare  di  annaffiare  troppo,  favorire  i marciumi radicali  e il conseguente  deperimento  della  pianta.  Il terreno  ideale  deve essere  ben drenato, una buona miscela di terriccio universale fino, pomice e sabbia può bastare. Si trovano in commercio anche dei sacchi di terriccio apposito per piante grasse. Un terreno troppo compatto è asfittico per le radici e di conseguenza la pianta grassa assumerà un aspetto molliccio, scuro con  odore  di  marciume.  Le succulente necessitano  di  un  rinvaso  quando  sono  troppe  cresciute,  facendo attenzione  a  cercare  un  vaso  idoneo  alle  dimensioni  della  pianta  e  alla  tipologia  di  apparato radicale.  Il  parassita  che  infesta  più  frequentemente  le  succulente  è  la  cocciniglia,  che  può attaccare  sia  la  parte  aerea  che  quella radicale. Se  i  parassiti  sono  pochi  si  possono  eliminare facilmente manualmente, se invece infestano pesantemente la pianta bisogna ricorrere a prodotti appositi. Più difficile da individuare a occhio nudo è la cocciniglia che infesta le radici: la pianta comincia  ad  essere  debilitata e arresta  la  crescita;  in  questo  caso  bisogna  procedere  con  un rinvaso d’emergenza con nuovo terriccio pulito. Più rari  sono invece gli acari, questi tendono a svilupparsi  se  l’atmosfera  è  troppo  secca,  quindi  basterà  nebulizzare  ogni  tanto  la  pianta  per evitare l’infestazione. La nebulizzazione inoltre evita lo svilupparsi di muffe e parassiti e manterrà, nel caso delle succulente spinose, la pianta più pulita e con le spine ben sviluppate e dritte.

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